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giovedì 20 novembre 2014

20 Novembre


Oggi, 20 Novembre, è una data altamente simbolica, non solo per gli spagnoli, ma per tutti coloro che hanno una visione del mondo basata sui Sacri valori di Dio, Patria e Famiglia.

Uno scritto nel ricordo di Francisco Franco Bahamonde e José Antonio Primo de Rivera.

Nel 1936, mentre l'avanzata dei nazionalisti è bloccata nella città universitaria di Madrid, ad Alicante il fondatore della Falange spagnola viene fucilato , all'età di 33 anni, dal fronte Popolare salito al potere qualche mese prima.

Figlio del generale Miguel Primo de Rivera, dittatore in Spagna tra il 1923 e il 1930, questo avvocato, architetto della dottrina "nazionalsindacalista", rimane una figura di spicco del nazionalismo in Europa.

A proposito di lui, si può leggere la valida biografia che gli ha dedicato Arnaud Imatz come anche "Presence de Josè Antonio" sotto la supervisione di Olivier Grimaldi o,per quel che concerne il suo processo, "Face à face."

Ed è anche un 20 novembre (1975) che è chiamato presso il tribunale divino il "Generalissimo Francisco Franco, Caudillo di Spagna per Grazia di Dio."

Entrambi riposano nella Valle dei Caduti, il grande mausoleo della Guerra civile (costruito su iniziativa del generale Franco e dove sono sepolti i combattenti dei due campi). Questo luogo fu per decenni meta di ritrovo dei nazionalisti dell'Europa occidentale che si riunivano il 20 novembre, ma le riunioni a connotazione "politica" (ossia gli omaggi tributati a Franco e Primo de Rivera) sono vietate dal governo spagnolo negli ultimi anni.

Lo sviluppo di questa vallata si deve direttamente a Franco che, in qualità di capo di Stato e chiamando a raccolta il popolo, concepì l'idea di un sacrario come simbolo della pace ritrovata dopo la guerra civile iniziata nel 1936. E' così che circa 50.000 caduti sono sepolti lì. Ci sono voluti diciannove anni di lavoro (1940-1959) per realizzare questa magnifica opera dalle dimensioni sovrumane.

Questa vasta area che si trova nel comune di San Lorenzo del Escorial, a circa 60 km a nord-ovest di Madrid, è situata in un una cornice paesaggistica suggestiva, dai ripidi profili e da una bellezza selvaggia . Al suo interno contiene la Santa Croce, una basilica sotterranea, un'abbazia benedettina, un centro di studi sociali e un centro di accoglienza. Se l'abbazia è un edificio d'una straordinaria eleganza architettonica che ha ricevuto, non a torto, il soprannome di "ottava meraviglia del mondo", noi ci soffermeremo essenzialmente sulla Croce e la Basilica, centro delle attività del 20 Novembre.


La croce , che si trova al di sopra della basilica, raggiunge da sola l'altezza di 150 metri ed ha potenti bracci orizzontali con un'apertura totale di 46 metri. Con la sua sola presenza, il suo vittorioso slancio, appare già come una sorta di miracolo permanente che reclama la contemplazione e invade il campo visivo dello spettatore.


Questa sensazione di vertigine è ancora più accentuata dalla presenza delle imponenti statue di 18 metri dei quattro evangelisti , situate ai suoi piedi e torreggianti in modo impressionante sopra la spianata, che è in grado di ospitare centinaia di migliaia di visitatori ( e di militanti soprattutto) come avveniva frequentemente qualche anno dopo la morte del Caudillo.

Sotto la protezione della croce e con un sottile gioco di volumi e forme della vallata, i visitatori si sentiranno inevitabilmente attratti dalla basilica che offre le sue porte aperte alla folla. Rimarranno allora al visitatore 250 metri da percorrere tra magnifiche statue, arazzi ed altri paramenti per raggiungere il cuore della basilica e raccogliersi infine sulle tombe di Josè Antonio Primo de Rivera e di Francisco Franco.

E' quindi in questo ambiente dalle dimensioni ciclopiche che si svolgevano tutti gli anni le cerimonie del 20 Novembre . Ma esattamente perché si svolgevano nella Valle dei Caduti?
Se l'anima del fondatore della Falange spagnola fu sollevata in cielo il 20 novembre 1936, il suo corpo fu gettato in una fossa comune ad Alicante. Ed è non prima del novembre 1939, dopo la vittoria delle truppe nazionaliste, che il suo corpo fu riesumato e trasportato dai suoi uomini a piedi per più di 450 km nella Basilica dei Caduti.

La Provvidenza ha voluto che il Caudillo abbia reso la sua anima anche il 20 novembre e fu sepolto a sua volta nella Basilica, di fronte a colui che un tempo fu il suo rivale. E' così che i nazionalisti di ogni colore potevano riunirsi per una sera, per difendere una causa superiore, quella della loro Nazione e per la loro Nazione e questo per la più grande gloria della Spagna.

Le cerimonie iniziavano con le deposizioni delle corone tradizionali delle diverse delegazioni sulle tombe di Josè Antonio o di Franco a seconda dell'affinità. Vi si potevano incontrare la delegazione degli ex volontari della divisione Azul, i membri di Fuerza Nueva di Blas Pinar, i Carlisti o ancora le varie delegazioni della corrente della Falange spagnola.

Ovviamente seguiva una messa in suffragio per le anime dei due protagonisti della rivoluzione nazionale così come di coloro che hanno preso parte al conflitto. Il momento più toccante è senza dubbio fuori dalla basilica , dove il tempo pare fermarsi per lasciar assaporare ad ogni militante questi istanti rubati all'eternità.

E' questo il momento cruciale in cui migliaia di militanti , uniti nel medesimo fervore, attendono l'uscita trionfale delle varie delegazioni in ordine serrato dietro le loro insegne, per cantare in comunione di spirito l'inno Cara al Sol nel modo più vibrante che un militante possa sentire.

Germana Ruggeri

Fonte: sito Thibauy de Chassey.





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