La Russia, terra di congiunzione tra l'Europa e l'Asia, ricchissima di risorse naturali e umane, rappresenta una parte del mondo che non si può escludere e isolare dal panorama europeo, anche se essa presenta intrinsecamente delle peculiarità diverse da quelle europee in senso stretto, che si possono quindi definire legittimamente “euroasiatiche”. Essa è sia Asia che Europa, è il ponte di collegamento, che inevitabilmente influisce su questi due continenti.
L'influenza russa sulla storia del vecchio continente è stata preponderante nell’ultimo secolo. Sono passati oltre 20 anni da quando cadde il Muro di Berlino e crollò l'Unione Sovietica, che rappresentò, con la sua politica, la volontà divisoria in Europa. Dopo l’implosione di essa, si ipotizzò la nascita di una Unione Europea allargata forte, libera e soprattutto sovrana, ma questo invece si rivelò fin da subito un'illusione, visto che la NATO restò in piedi sebbene ci fu dissoluzione del Patto di Varsavia, mentre il Trattato di Maastricht portò all'inizio della tirannia burocratica e finanziaria, con parametri pesantissimi. Bettino Craxi, che fu Primo Ministro italiano, non per nulla disse che bisognava rinegoziarlo, altrimenti sarebbe stato un inferno, mai parole furono più profetiche. La Russia post-sovietica, che fu inserita nella CSI, la comunità degli stati indipendenti dell’ex URSS, non poté integrarsi nell’Europa unita, per motivi geopolitici, essendo la comunità europea una stampella degli USA, inoltre fu fiaccata dal traumatico capitalismo selvaggio e dalla corruzione, non poté sicuramente influire positivamente all'esterno.
Oggi, nel 2014, le cose in Russia risultano alquanto diverse. Da essa può venire il sostegno diretto e indiretto all'Occidente, sotto il profilo economico, culturale, sociale e religioso. L'ambito etico e religioso è fondamentale, dalla mancanza di valori retti e condivisi nascono mali che si ripercuotono in tutti i settori, perché la vera malattia dell'Europa, a cui è stata estirpata la sua identità, è il relativismo. La Russia, nonostante 70 anni di “socialismo reale”, risulta molto meno secolarizzata. Il sistema socialista ha in parte protetto il popolo russo dagli innumerevoli veleni moderni, a cominciare dalla rivoluzione sessuale del '68 e a finire al multiculturalismo, che è ben diverso dal concetto multiculturale presente da sempre in Russia, in cui esistono centinaia di etnie. Esso ha mantenuto un ordine con dei principi funzionali per quest'ultimo, in Unione Sovietica nessuno ha messo in discussione la struttura della famiglia né sono stati accolti immigrati in massa al suo interno, problema gravissimo per l’Europa e l’Italia, inoltre non è stato concesso spazio alla pornografia. Simili cose sarebbero state inaccettabili, in quanto minano la base stessa della società, portando destabilizzazione. La dottrina sovietica, malgrado tutti i suoi difetti, ha impedito l'annacquamento dell'identità dei russi e non ha compromesso irreparabilmente il diritto naturale. Eloquente, ad esempio, è la reazione del popolo russo e del suo governo nei confronti dell'ideologia del gender, la cui propaganda contraria al diritto naturale è vietata. Per questo motivo molti europei tradizionali guardano con speranza alla Russia, prendendo spunto per combattere e resistere in casa propria all'ideologia gay imposta per legge, alla cancellazione della tradizione e della famiglia naturale. Ai nostri giorni persino un comunista, il capo del partito comunista russo (KPRF) Gennadij Zjuganov ha percepito certe cose, schierandosi a difesa della tradizione e della religione ortodossa. Non si è mai sentito un comunista occidentale pronunciare certe frasi a difesa della fede e della tradizione, in Occidente è anche impensabile il minimo ostacolo all'aborto, come il divieto di pubblicizzazione di esso in vigore in Russia, cui fa seguito pure l’apertura di centri di sostegno alle donne incinte negli ospedali. Le nascite in Russia stanno riprendendo a buon ritmo, segnale della buona politica per combattere la crisi demografica. In tutto questo possiamo inserire la testimonianza di Romano Scalfi, fondatore del Centro Studi Russia Cristiana, che lavora per far conoscere la tradizione letteraria, artistica e religiosa russa e invita alla riconciliazione tra Cattolici e Ortodossi. Il suo pensiero:
”La Russia può aiutare l'Europa a venire fuori da questo spaventoso relativismo”.
Non si può non essere d’accordo.
Dal punto di vista economico, l'Europa non può fare di certo a meno degli scambi con la Russia. Il gas russo copre la maggior parte del fabbisogno energetico e rappresenta un vastissimo mercato per i manufatti europei. Alla costruzione dei gasdotti partecipano grosse aziende europee, l'italiana ENI, le tedesche BASF e EON. Il Blue Stream, il North Stream e il South Stream (ostacolato dagli USA) sono alcuni di essi. La crisi ucraina sta mettendo in pericolo sia la fornitura sia la collaborazione nel settore e l'Europa è quella che ci perderebbe di più. La Russia si è già cautelata firmando un accordo per la fornitura a lungo termine di gas alla Cina. In altri campi si può citare la tedesca Siemens che ha lavorato per l'ammodernamento delle ferrovie russe. A Mosca si è in continuo fermento e alla ricerca di nuove collaborazioni, non potendo di certo attendere un'Europa al guinzaglio degli USA. Lo scorso Maggio è stato siglato l'accordo per la nascita dell'Unione Euroasiatica i cui membri sono Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan, organizzazione in certe cose simile all'Unione Europea. La Russia sta dando notevole spinta ai BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), che rappresenta l'unione delle potenze emergenti, che appare oramai sempre più come l'antagonista dell'egemonia americana, la quale si smarca dalle logiche finanziarie mondialiste apolidi che puntano ad un mondo unipolare sotto la guida USA. In tutto questo risulta estremamente interessante l'intenzione russa di abbandonare il Dollaro come valuta per le transazioni internazionali, in accordo con la Cina. Una palese politica a tutela degli interessi nazionali. L'Unione Europea, per come è strutturata adesso, non tutela gli interessi nazionali dei membri e sta imponendo un'austerità che sta soffocando le economie di molti Paesi membri, indebitati peraltro a livelli preoccupanti. Restando sull'argomento del debito, è notizia di pochi giorni fa della cancellazione del 90% del debito di Cuba contratto ai tempi dell'URSS, decisione presa dal parlamento di Mosca.
Questi sono tutti segnali, che l'Europa dovrebbe recepire per uscire dalla crisi economica e sociale, inoltre essa dovrebbe ridefinire la NATO, alleanza retta dalla logica da Guerra Fredda, decisamente immotivata se non per mantenere l'egemonia americana. Il nuovo corso politico del presidente Vladimir Putin fa ben sperare, per la salvaguardia degli interessi nazionali, della tradizione cristiana e della famiglia naturale, contro un mondialismo che sta distruggendo i popoli moralmente ed economicamente. Sarebbe auspicabile che l'Unione Europea abbandoni la politica sanzionatoria nei confronti della Russia, dettata da ingerenze esterne, in modo che si possa integrare con essa, realizzando il progetto dell'Europa da Lisbona a Vladivostok, come affermato più volte dallo stesso Putin. L'Italia ha da qualche giorno assunto la Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea, si spera che questo porti ad un avvicinamento dell'Europa alla Russia, desiderio espresso anche da Putin.
Il Presidente russo è il protagonista del libro “Stare con Putin?” di Maurizio Blondet, edito da Effedieffe, che una volta letto ha trasformato quel quesito in affermazione. Si, stare con Putin, ma soprattutto stare con la Russia. Oggi essa rappresenta il baluardo a cui tenersi per non finire alla deriva con un Occidente allo sbando, in crisi economica e morale profonda.
La Russia deve essere riferimento in quanto alleata funzionale e naturale dell'Italia e dell'Europa, per questo si può dire adesso:
Cпасибо, Россия!
Grazie, Russia, per quello che rappresenti oggi!
07 / 07 / 2014
Nessun commento:
Posta un commento