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venerdì 31 ottobre 2014

Noi scegliamo di celebrare tutti i Santi.


Siamo alla vigilia della festività dei Ognissanti, c'è chi celebrerà coloro che hanno illuminato il mondo con la loro Fede e c'è chi invece si lascerà trascinare nelle tenebre che, seppur simboliche, tendono a traviare gli uomini esponendoli al rischio del male.

Vi propongo quest'articolo, scritto dal mio caro amico Mauro Viscuso:


Il mondo è in giro celebrando Halloween quest'anno, mentre altri pregheranno Dio celebrando il giorno di Ognissanti. Per chi non lo sapesse tra le due feste c'è una grande differenza.

Halloween, chiamata anche “All Hallows Eve” è una festività in crescita, che è celebrata nella maggior parte del mondo il 31 Ottobre, con falò, costumi, feste, film horror, case infestate e dolcetti o scherzetti. E' cresciuta tanto da divenire la seconda festa per profitti negli USA. Ma tutto ha avuto inizio dalla festa di Tutti i Santi, che risale al 609,610 d.C., quando Papa Bonifacio IV istituì una celebrazione il 13 Maggio in onore dei martiri. Tale data fu spostata successivamente da Papa Gregorio III (731 d.C.) al 1 Novembre, data che la maggior parte dei Cattolici del mondo conoscono come giorno di Ognissanti.

Questo giorno fu stabilito per la celebrazione dei martiri che morirono per amore di Cristo. Originariamente, i primi Cristiani celebravano soltanto l'anniversario del giorno in cui un Santo era stato martirizzato, ma dopo un po' di tempo, ne erano stati uccisi talmente tanti, che ogni singolo giorno del calendario venne riempito dai nomi dei martiri. In tal modo un giorno fu scelto per celebrarli tutti.

Col tempo, comunque, questo giorno sarebbe stato stravolto e cambiato, combinato con altre feste e credenze -inclusa quella che lo vuole il tempo dell'anno nel quale i morti possono comunicare con i vivi (secondo le culture celtiche).

La divisione tra i mondo dei vivi e gli inferi verrebbe per supposizione confusa per un certo tempo, cosicché gli spiriti sarebbero capaci di camminare liberamente sulla terra. Si è arrivati a credere che i deceduti possano tornare in vita e causare scompiglio e danni come malattie o danni ai raccolti. In tal modo il mondo pagano ha iniziato a sviluppare differenti pratiche come costruire grandi falò di gruppo che dovrebbero essere accesi per tenere lontani gli spiriti malvagi o come il doversi travestire. Si crede sia necessario travestirsi da spiriti o da altre creature mondane quando ci si avventura all'esterno delle abitazioni per nascondersi, mimetizzarsi o placare gli spiriti, e da questo deriva l'uso del travestimento ad Halloween. A questo piano piano si è arrivati alla pratica ritualizzata di andare a bussare alle porte dei vicini per proporre l'alternativa "dolcetto o scherzetto", tertium non datur, in modo da raccogliere frutta, frutta da guscio e dolciumi per la festa di Halloween.


L'attuale nome di Halloween viene dall'antica variante Scozzese "All-Hallows Even" (sera) del XVI secolo. Questo si riferiva alla sera precedente la festa di "All Hallows Day" che è la stessa cosa della festa di "Tutti i Santi" o "Ognissanti". “Hallowed” era un'altro modo per dire "venerare" i Santi. Quel Jack-o-Lantern che tutti conosciamo viene dalla vecchia leggenda Irlandese di "Jack della Lanterna". Racconta la storia di Jack, un pigro ma furbo contadino che usò una croce per intrappolare il demonio. Una delle storie ci racconta che egli ingannò il demonio convincendolo che se si fosse trasformato in una moneta, avrebbe portato mali superiori nel mondo. Satana ci cascò e trasformò se stesso in una moneta; Jack quindi la prese dalla strada e la mise nel suo borsellino. Semplicemente su entrambi i lati del borsellino aveva una croce. Le persone credettero quindi che la croce avrebbe tenuto lontano gli spiriti maligni, poichè la croce strappava al demonio i suoi poteri e il demonio era intrappolato. Satana era adirato. Alla morte, Jack non fu benvenuto in paradiso, poichè non aveva vissuto a buon cristiano, e nemmeno fu benvenuto nell'inferno, poichè egli aveva imbrogliato il demonio. Dunque, secondo la storia, Jack fu relegato a peregrinare sulla terra nell'oscurità per l'eternità. E mentre vagava, strillava "Non vedo!". Quindi il demonio gli lanciò dall'ade del carbone che egli avrebbe messo in un vegetale intagliato, quale poteva essere una zucca, da usare come lanterna. La leggenda proseguiva dicendo che egli avrebbe vagato nelle notti di "All Hallows Even" (la vigilia di Ognissanti).


Ecco la festa della quale probabilmente tutti siamo partecipi, una notte di falò, costumi, feste, case infestate, film horror, dolcetti o scherzetti, facce spaventevoli, mostri e risate.

Pertanto "Ognissanti", come abbiamo già detto, che è la stessa cosa di "All Hallow's Day", viene dall'onorare quelli che sono riusciti a raggiungere la visione beatifica-essi sono stati fatti Santi dalla Chiesa Cattolica e si crede siano già in paradiso. Il giorno successivo fu chiamato la "commemorazione
di tutti i defunti". In questo giorno la Chiesa Cattolica celebrava e onorava tutto coloro i quali erano morti ma non ancora purificati da poter raggiungere il paradiso. Tutte queste anime erano, dunque, in attesa. Si deve ancora ricordare che i primi Cristiani celebravano l'anniversario del giorno della morte dei martiri, spesso chiamandolo il loro (vero) giorno di (ri)nascita. Molti di loro avrebbero vegliato tutta la notte, per poi celebrare la comunione nel sepolcro o nel luogo del martirio. Tale pratica fu successivamente chiamata Eucarestia dalla Chiesa Cattolica. Sarebbero usciti per andare verso i luoghi nei quali i martiri erano stati sepolti o nei quali morirono per commemorarli di sera. A volte questo veniva celebrato con una festa, e a volte, con un digiuno.

A questo punto, detto tutto questo, qual è la mia posizione? Cosa vorrebbe Dio che facessimo, sapendo che Halloween viene di fatto da tutto questo? Ritornando ai primi Cristiani, bisogna commemorare e ricordare coloro i quali morirono per la causa di Cristo. Respingo di commemorare Halloween per come lo fa il mondo, e non faccio alcunchè per supportarlo. Se questo sembra difficile per i bambini, il fatto essenziale è che ci sono molte persone che provano a evitare i pericoli e l'oscurità nella quale si è convertita l'attuale festa di Halloween.

Molte chiese hanno iniziato negli USA notti di "Trunk or Treat" a causa del pericolo, notti nelle quali all'interno delle aree protette delle chiese, le richieste di dolcetto o scherzetto, negli stati più conservatori degli USA, vengono fatte dai bambini letteralmente da bagagliaio di macchina in bagagliaio di macchina, e ad esse si aggiungono musica, gare e festoni, riducendo in maniera decisiva il porta a porta. Questo perché negli anni passati nessuno restava in casa, in una notte selvaggia nella quale il caos veniva sciolto. Siamo sicuri che non c'è nessuno che dica quanto siano oscure le azioni in una notte come quella, e che forse gli spiriti del male si manifestano realmente! La cosa importante è che io credo sia la notte nella quale dover onorare Tutti i Santi- e non la notte della brama di dolcetti, costumi horror e risate spaventose. Non dovremmo scherzare con gli spiriti di morti come se essi non esistessero, piuttosto onorare quelli che sono venuti a mancare prima di noi, quelli che sono i veri martiri e hanno donato le loro vite affinché noi potessimo ricevere e conoscere la Verità.

Ringrazio Dio perché noi oggi abbiamo, in parte, la Verità a causa della vite e del sangue sacrificato, effuso, per conto nostro, da questi Martiri; e perché abbiamo la libertà di celebrare il culto nella Sacra Liturgia. E' appropriato onorare coloro i quali sono venuti a mancare prima di noi: stare insieme in questa notte a celebrare i Martiri. Ringraziamo Dio per il loro esempio. Pensare a questi uomini e a queste donne è come ricevere delle medicine che servono a tutti noi: medicine che portano alla vita sacrificale.

Il mondo sta evocando spiriti malvagi e si traveste come loro per camminare in mezzo a loro, di casa in casa, per confondersi con essi nella notte. Bisogna invece restare nella luce, la luce di Dio, e le nostre lodi sono l'antitesi dell'evocazione degli spiriti del male. Le nostre lodi in realtà scacciano gli spiriti del male e annunciano la gioia e la bontà di Dio.


Non seguo quello in cui l'America e Satana hanno trasformato Halloween, condendolo con streghe e con ogni tipo di spirito malvagio et similia, con ragni, mostriciattoli e Jack-o-Lantern. Ricordo che quella zucca intagliata ed accesa è in onore di quel Jack che era tanto ribelle a Dio e e non gradito in paradiso che fu condannato a vagare per l'eternità con una zucca vuota e un carbone ardente che veniva dall'inferno.


Guai a noi se non diamo attenzione a ciò che satana ha montato sotto forma di canditi e divertimento. Che tutti possiamo fare la nostra parte, sradicando questo spirito e sostituendolo con lo spirito di Dio!


Mauro Viscuso, 31-10-2014


L'Estonia ritira il suo ambasciatore dalla Svezia.



Una strana decisione, ancora non motivata, quella del ritiro del diplomatico.

Nei giorni scorsi il medesimo provvedimento è stato fatto da Israele, a causa del riconoscimento svedese dello Stato di Palestina, che ha creato frizioni fortissime tra Tel Aviv e Stoccolma.

Al momento non si comprendono le ragioni della decisione di Tallin.

Fonte: http://rus.err.ee/v/estonia/fe95f66b-c0cb-4773-9314-8aa2b0c0e01a

Francisco Franco: L'ultimo crociato



Francisco Franco Bahamonde, noto gli appellativi di Generalissimo e “Caudillo de Espana” (capo e guida della Spagna), è un personaggio storico non conosciuto molto bene.

Detestato dai democratici, dai comunisti, dai socialisti, dai fascisti, dalla Massoneria (sua nemica mortale) e da tutta la marmaglia politicamente corretta, compresa quella “cattolica”, ma anche da molti che si ritengono fuori da certi schemi. Pochi conoscono davvero la figura del piu' grande spagnolo del XX° secolo, che diventò il piu' giovane generale d'Europa a soli 33 anni, il cui coraggio è  riconosciuto persino dai suoi avversari (Arturo Barea e Indalecio Prietro), insignito della piu' alta onorificenza dell'ordine equestre pontificio, l'Ordine Supremo del Cristo. Quasi tutte le sue promozioni furono per meriti di guerra. Egli difese la Spagna e la Chiesa dal caos in cui rischiarono di precipitare negli anni 30. Quando mori' (20 Novembre 1975) le file successive per rendere omaggio alle sue spoglie mortali erano di chilometri, con attese fino a 14 ore (come riportato dal quotidiano ABC). Un gigante della storia, che non appartiene solo agli spagnoli, ma a tutti gli uomini che si identificano nei tre Sacri valori: Dio, Patria e Famiglia.

Nacque il 4 Dicembre 1892 a Ferrol, cittadina nota fino al 1982 come “El Ferrol del Caudillo” in suo onore, in Galizia, territorio nel nord-ovest della Spagna. Fin da piccolo mostrò una fede cattolica fortissima, fu adoratore notturno del Santissimo Sacramento. Una Fede professata fedelmente che lo guidò fino alla morte. Di carattere estremamente prudente, ciò gli è valso spesso la cattiva interpretazione di opportunista e di pavido nel campo decisionale, invece come dimostra la storia, gli permise spesso di prendere decisioni sagge senza farsi guidare dall'istinto, cosciente del fatto che dalle sue azioni dipendeva la vita di un popolo. Quando l'Alzamiento (sollevazione) del Luglio 1936 fu percepito come l'unico rimedio per evitare che la Spagna finisse tra le grinfie del mostruoso anarco-comunismo, egli non si tirò indietro Attese fino all'ultimo per via della sua proverbiale lealtà alle istituzioni, prerogativa  e limite dei militari. Il titolo di Generalissimo e condottiero dell'Alzamiento gli fu imposto, non fu un'autoproclamazione, egli fu lontanissimo dalle “autocelebrazioni”.

Il cosiddetto Franchismo (1939-1975) fu un regime autoritario basato sulla Dottrina Sociale Cattolica. Non fu una dittatura la sua, né tantomeno può essere definito come una replica del Fascismo italico, come una certa storiografia vuole far credere, visto che in lui mancò la componente socialista e “statolatrica” e non vi fu nemmeno una sottomissione statale ad un partito, si verificò l'esatto opposto. Ebbe forti frizioni con i falangisti che vennero contenuti al massimo. Alcuni di essi tentarono di ucciderlo. Sintetizzò tutte le forze nazionali nel Movimiento Nacional. L'Autorità fu al di sopra del potere. Non mancò di certo la politica sociale, cosa che dovrebbero apprendere certuni che vedono solamente come reazionario e militaresco questo governo. Si possono riportare alcuni dati e fatti, per smentire quest'ultima approssimazione menzognera. Franco incaricò dei tecnocrati per avviare lo sviluppo della nazione, che portarono risultati eccellenti, tanto da poter parlare di “miracolo spagnolo”, il cosiddetto “Desarrollo” (1959-1973), anche se ciò comportò l'emarginazione dei falangisti e l'apertura a tendenze liberali in senso economico. A causa dell'isolamento internazionale, la scelta può dirsi che fu obbligata.

Nel 1973 fu dato alla Spagna l'Oscar d'oro delle nazioni, occupò l'8° posto al mondo tra le potenze industrializzate, raggiunse il pieno impiego e il secondo posto per crescita al mondo in quel periodo, le esportazioni aumentarono di 10 volte. C'è chi parlò addirittura di “marxismo” di Franco , come nel caso di una testimonianza di una persona che lottò contro Franco durante la guerra civile spagnola (1936-1939), che parlò di come impiegò il denaro dello stato per le opere comunitarie presso Vega de Arriba (nelle Asturie), della fondazione dell'Opera di Educacion y Descanso (Educazione e Riposo) e delle “Scuole di Qualificazione sociale”, definite copie delle opere sovietiche della “gioia del lavoro”, citando anche la creazione di 8000 alloggi per i lavoratori nella residenza di Murias, presso Oviedo. La Spagna dal 1940  al 1970 crebbe di 8 milioni di abitanti, la rendita per ogni spagnolo aumentò di 4 volte, aumentò la superficie forestale di ben 2960 volte (2.350.000 ettari), dalle 32.000 case costruite nel 1940 si arrivò a 3.121.931 abitazioni nel 1970, l'assistenza sanitaria passò da 81000 assistiti (1940) a 25.134.956 (1970), ovvero 81 volte di più. Nello stesso periodo (1940-1970) furono creati 3.897.000 posti di lavoro, l'analfabetismo e la criminalità furono quasi azzerati, il turismo aumentò di 290 volte e la produzione editoriale di quasi cinque volte.

Risultati e numeri che dovrebbero fare riflettere anche i piu' scettici antifranchisti, visto ciò si ebbe nonostante un clima di parziale isolamento internazionale, che il Caudillo tentò di scardinare intraprendendo la politica del recupero della “Hispanidad” con le relazioni con l'America Latina e persino con la Cuba castrista, dimostrando una sorprendente elasticità diplomatica e un acume geopolitico ragguardevole, che lo fece accettare anche dagli USA (solo a livello funzionale e non ideologico), visto che mantenne sempre la sua visione anticomunista.

 Non si può parlare di Francisco Franco senza soffermarsi sulla guerra civile spagnola, che fece circa 300.000 vittime. Non fu solo uno scontro politico, tra coloro che furono abbagliati dall'Anarchia e dal Comunismo e coloro che si sollevarono a difesa della civiltà e della Tradizione. Si scontrarono due essenze metafisiche, una tradizionale e cristiana e l'altra sovversiva (rasentò il demoniaco), pur con le dovute sfumature da tenere in conto a causa della limitatezza della giustizia  dell'operato umano, difficilmente esente da errori anche quando è dalla parte “giusta”. I prodromi già si ebbero negli anni precedenti, in cui le infiltrazioni massoniche e anarco-comuniste deviarono la politica dei governi repubblicani successivi alla deposizione di Re Alfonso XIII (1931). Leggi inique diedero il via alla persecuzione delle tradizioni cristiane spagnole, che culminò nella guerra civile, scoppiata a causa della legittima reazione della Spagna sana, che fu davvero una Crociata, visto che 13 Vescovi, 4317 sacerdoti, 2489 religiosi, 283 suore e 249 seminaristi furono assassinati, per non citare le innumerevoli profanazioni e distruzioni di monumenti e chiese dettate da una ferocia anticristiana inaudita. Migliaia di attentati furono compiuti. Questa fu l'essenza della rivoluzione rossa, nemica della Chiesa e della Patria. Si sparò alle statue di Cristo, alle statue  della Vergine, all'Eucarestia nei Tabernacoli. I corpi dei Santi ( San Narciso, San Bernardo Calvò) riesumati e dileggiati, venivano riesumati i cadaveri di ecclesiastici a cui venivano legati i prigionieri per lasciarli morire di stenti a cui toccò la comune decomposizione all'aria aperta,  per non parlare di altre indicibili torture, l'espianto degli occhi, sventramenti, sepolture, bruciature, tutte azioni compiute su persone in vita. La sorte peggiore toccava ai membri della Chiesa.

I sostenitori rivoluzionari gridavano “Viva la Russia”, prima sostenitrice della sovversione con finanziamenti e forniture di armamenti ai repubblicani, che affidarono i comandi militari a russi, praticamente consegnando la propria nazione in mano straniera. Da evidenziare il sostegno del governo messicano laicista, responsabile anch'esso di persecuzioni religiose in Messico a cui si opposero i “Cristeros” messicani. Cosa dire delle democrazie liberali. Europee? Ufficialmente neutrali ma di fatto appoggiarono la sovversione anarco-comunista, anche nel concreto, d'altronde come potevano parteggiare per la difesa della Tradizione essendo anch'esse antitradizionali per definizione?

Ecco cosa affermò Winston Curchill:
“Franco ha ragione perché ama la sua Patria. Egli difende l’Europa dal pericolo comunista. Però io preferisco la causa avversaria e il trionfo dei suoi nemici. Infatti Franco può essere una minaccia per gli interessi inglesi, gli altri no” (2).

Francisco Francò combattè e vinse contro tutto ciò, nessuna propaganda avversaria può toglierli un merito cosi' grande. Grazie a lui la Chiesa rifiori' e con essa l'anima cristiana della Spagna.
Si potrebbe obiettare sulla faziosità di tale giudizio, ma come non credere alle affermazioni di personaggi insospettabili come Salvador De Madariaga,  storico spagnolo repubblicano? “Nessuno che abbia insieme buona fede e buone informazioni può negare gli orrori di quella persecuzione: per anni bastò il solo fatto di essere cattolico per meritare la pena di morte, inflitta spesso nei modi più atroci". Cosa dire sulle affermazioni dello storico  liberale  Hugh Thomas? “Non si era mai visto niente del genere dai tempi di Diocleziano. Più di sedicimila tra preti, vescovi, suore, seminaristi vennero massacrati nei modi più atroci. Oltre a un imprecisato numero di laici credenti. Vennero vietati i nomi cristiani e anche il saluto adios, che conteneva la parola Dio. Profanati e incendiati chiese e conventi, fucilate anche le statue religiose, sterminati anche i parenti degli ecclesiastici” Non serve aggiungere altro se non un terribile quesito: cosa c'entrava tutto ciò con il benessere del proletariato?

Coloro che si opposero a tale schieramento e presero parte all'Alzamiento venivano da una pluralità di ambienti, monarchici, falangisti, carlisti, semplici soldati, tutti uniti per la difesa della Spagna. Non esenti da errori e da efferatezze (furono uccisi ecclesiastici sospettati di essere favorevoli alla separatismo basco), neanche lontanamente si macchiarono di barbarie come i repubblicani, nelle zone controllate da essi vigeva l'ordine e si combatteva portando spesso reliquie addosso e inneggiando a Cristo Re. Ovviamente il culto religioso era libero ed
incoraggiato, al contrario delle zone rosse dove si veniva uccisi per esso. Furono supportati massicciamente dall'Italia fascista, mentre il contributo del Reich hitleriano fu limitato all'invio della “Legione Condor,” divenuta celeberrima a causa del bombardamento di Guernica, ingigantito dalla propaganda repubblicana e da un Pablo Picasso opportunista e mercenario (3).

La figura del Generalissimo, non si limitò alle realizzazioni sociali, ma tese soprattutto al Metafisico, alla Spiritualità. Cattolico, fu educato fin da piccolo alla pratica religiosa, incentrò tutto il suo governo al servizio della Chiesa Cattolica e della Patria. Egli ripristinò la religione di stato, per l'appunto quella Cattolica Romana e rispettò la Chiesa nell'esercizio delle sue funzioni. Passava diverso tempo davanti il Santissimo Sacramento, riconosciuto come Adoratore Notturno Attivo, soprattutto durante scelte difficili da prendere. Durante la guerra d'Africa, verso il 1915-1916, egli, allora capitano, difendeva una compagnia a Melilla (Africa del Nord-ovest).

Una testimonianza  riporta il suo raccoglimento davanti il Tabernacolo interrotto da un soldato che disse: “Signor capitano, che sarà di noi?“,  Franco gli rispose: “Avendo qui il Signore, non abbiamo nulla da temere”.

Non interrompeva mai la contemplazione del Santissimo neanche quando veniva sollecitato da comunicazioni urgenti.

Interessante è l'episodio riguardo l'ultimatum di 48 ore dato dall'ambasciatore tedesco Von Moltke nel 1942, che esigette per conto di Hitler l'intervento della Spagna a fianco dell'Asse, per evitare un'invasione della stessa, Gli Alleati , saputa la cosa, fecero la medesima richiesta. Il Caudillo si chiuse in preghiera davanti al Tabernacolo in Cappella, pregando intensamente. Dopo 24 ore arrivò la notizia della morte dell'ambasciatore tedesco per un'improvvisa appendicite fulminante, quindi l'ultimatum non ebbe risposta, il momento critico passò e la Spagna restò neutrale come lo stesso Franco volle. Un evento del genere sicuramente influi' sulla decisione del Generalissimo. Riguardo al mancato intervento spagnolo nella Seconda Guerra Mondiale sono molte le ipotesi speculatrici, tra cui quella di un cospicuo pagamento in denaro da parte alleata, decisamente contestabile sia per il fatto appena menzionato sia per il fatto che la Spagna era a pezzi (solamente una pazzia poteva trascinare un Paese devastato dalla passata guerra civile in un conflitto immane), inoltre il Franchismo fu lontano dalla ideologia hitleriana, ferocemente antiebraica.

Documentato è l'apporto a favore di numerosi Ebrei perseguitati, secondo il Mossad 40000. Non ci fu alcun bisogno di corromperlo e la stessa corruzione sarebbe andata in contrasto con la possibilità che diede a molti falangisti di combattere a fianco dell'Asse con la “Division Azul ”, composta da circa 50000 volontari, ciò fu fatto per ricambiare l'aiuto tedesco e italiano nella guerra civile. Le trattative e la rassicurazioni tra gli Alleati e Franco sulla non belligeranza spagnola in ogni caso ci furono, dettate da esigenze tattiche, la Spagna era un vaso di terracotta in mezzo a vasi di ferro. Egli di fatti siglò con il Portogallo di Salazar il “Patto Iberico” per rafforzare la neutralità.

Franco diede prova della sua onestà e della sua fedeltà alla Chiesa, rifiutò pure un cospicuo aiuto economico, in tempi difficilissimi,in cambio della concessione di più ampie libertà religiose, per restare fedele alla Chiesa “preconciliare”. Successivamente, per obbedienza, conformò le leggi in materia di libertà religiosa secondo il Concilio Vaticano II. Papa Giovanni XXIII nel 1960 disse di lui: ” Franco promulga leggi cattoliche, è un buon cattolico, cosa si può desiderare di più?” Dopo il Concilio Vaticano II la posizione di molti ecclesiastici nei confronti del Franchismo cambiò, incentivando l'influenza verso la democratizzazione liberale. La necessità di “dialogare” del  Vaticano con il mondo comunista ebbe grande effetto sul raffreddamento dei rapporti nei confronti del Franchismo, come la virulenza del clero progressista spagnolo. Una componente di esso sostenne il separatismo basco. Un comportamento che danneggiò la Chiesa spagnola stessa, falcidiata da guerre intestine e che trascurò l'attività pastorale per farsi trascinare, sull'onda del progressismo dilagante, politicamente a sinistra. Essa si rese invisa agli spagnoli, di fatti con l'avvento della Democrazia perse il suo ruolo di protagonista in Spagna. Paolo VI, che non comprese a pieno la realtà spagnola, contribui' purtroppo a tutto ciò.

Franco era consapevole di essere una transizione, designò infatti come suo successore Juan Carlos, restaurando la Monarchia, che doveva essere guidato dal suo uomo di fiducia Carrero Blanco, ucciso in un attentato dell'ETA (1973). Se dovessimo analizzare la decisione di Franco, alla luce del successivo operato di Juan Carlos, il quadro risulterebbe decisamente negativo, visto che proprio l'ex Re (ha abdicato di recente) ha contribuito in maniera fondamentale alla laicizzazione della Spagna, che tra l'altro è sul punto di frantumarsi a causa delle forze separatiste, catalane su tutte. La situazione economica è disastrosa, la disoccupazione è alle stelle, mentre quando ereditò la nazione dal Franchismo essa aveva un'economia solida. Con il senno di poi è facile giudicare e la
tentazione di affermare che le cose sarebbero andate diversamente, se la scelta fosse ricaduta sul ramo legittimista carlista dei Borbone-Parma, è fortissima. Cosa dire, si è concessa agli spagnoli la “Movida”, anestetico potente  per non fare sentire il dolore di un sistema politico iniquo e antinazionale.

Il Caudillo ci ha lasciato un monumento a testimonianza della Fede, “El Vallo de los Caidos” (la valle dei caduti) nei pressi di Madrid. Un abbazia sormontata dalla Croce piu' alta del mondo (150 m visibile da oltre 40 km di distanza), in cui riposano le sue stesse spoglie mortali, quelle di José Antonio Primo de Rivera (fondatore della Falange Spagnola) e quasi 40000 caduti di entrambi gli schieramenti della guerra civile (nazionalisti e repubblicani). Simbolo di pacificazione nazionale libero da rancori. Recentemente il governo laicista di Zapatero ha tentato la chiusura del sito, d'altronde la “democrazia” è maestra di tolleranza, mentre il dibattito sulla “scomoda” Valle dei Caduti tiene sempre banco in terra iberica. Molti si recano presso l'abbazia , chiedendo persino intercessioni a Franco e c'è chi parla addirittura di grazie ricevute. In essa si trovano le casse con la documentazione sull'operato del Caudillo, tutto con testimonianze comprovate. Franco operò fino all'ultimo in Cristo e la Spagna.

Un giorno ci sarà la completa riabilitazione del Generalissimo.

Riferimenti bibliografici: Francisco Franco, Cristiano Esemplare, di Manuel Garrido Bonaño , Effedieffe.

Riferimenti e note:

1) Intervista a La Naciòn, Buenos Aires, 14 /8/ 1938

2) Pablo Picasso ricevette indirettamente l'equivalente di un milione di Euro dall'Unione Sovietica per modificare il quadro “En muerte del torero Joselito”, divenuto in seguito “Guernica”. Per completezza d'informazione le vittime furono qualche centinaio, non migliaia, persino il Municipio è in piedi assieme ad altri edifici giunti fino ad oggi, inoltre è falso il presunto bombardamento sul mercato, in quanto il Venerdi' pomeriggio a Guernica non ci fu.

mercoledì 29 ottobre 2014

Il crollo dell'URSS: un boomerang per l'Europa



Il crollo dell'URSS, al di là del proprio credo ideologico, rappresentò un disastro geopolitico soprattutto per l'Europa, che paradossalmente libera dal Muro di Berlino, si ritrova ad essere ancora piu' schiava degli USA, dove questi ultimi hanno pure l'opportunità di allargare la propria sfera d'influenza. L'Europa subisce l'onnipresenza militare e il contagio sempre più forte del loro sistema economico-politico, basato su un liberismo che non rispetta le comunità e rende nostalgiche molte persone di sistemi economici che, seppur inefficienti come quelli “comunisti”, garantirono una certa sicurezza sociale.

L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche fini' la sua esistenza il 26 Dicembre del 1991. Fu uno stato che ebbe un peso enorme nell'economia geopolitica mondiale per 70 anni. Una storia senza dubbio legata ad un'ideologia, o per meglio dire, al tentativo di realizzazione concreta di essa, quella comunista. Ridurre essa solamente ad un'analisi ideologica sarebbe però una grave mancanza per la storia stessa.

Dal 1945, dopo la sconfitta dell'Asse, l'Europa si ritrovò distrutta materialmente e spiritualmente, non piu' in grado di recitare quel ruolo guida che la storia le assegnò per secoli. Divisa in due parti, Occidentale e Orientale, sottoposte all'influenza degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica, pur avendo due nazioni vincitrici, Regno Unito e Francia.

Nell'arco di poco piu' di dieci anni queste ultime persero le loro colonie e con esse il ruolo di “superpotenze”. La Crisi di Suez (1956-1957) segnò in maniera perentoria questa transizione di ruoli, che videro come eredi gli USA e l'URSS, veri vincitori della guerra. La Germania, spina dorsale dell'Europa, sconfitta, si ritrovò divisa in due parti definitivamente (1949), la Repubblica Federale Tedesca e la Repubblica Democratica Tedesca, espressioni di quella “Cortina di Ferro” che occupò la scena europea fino al 1989. Due stati, due sistemi economici diversi , ma una sola nazione. L'Italia, uscita anch'essa sconfitta dal conflitto, non subi' tale sorte, non essendo stata occupata da truppe sovietiche. Restò interamente nelle sfera d'influenza statunitense, ma pagò ( e paga tutt'ora) con l'instabilità politica la mancanza di una reale sovranità. Il suo peso di fatto sulla scena mondiale si ridusse. La Spagna, che subi' la tragedia della guerra civile dal 1936 al 1939, vinta dai nazionalisti e tradizionalisti, non si fece coinvolgere nella Seconda Guerra Mondiale. Ebbe un lungo periodo di pace e di discreta prosperità sotto la guida del Generalissimo Franco, ma il suo peso specifico sulla scena mondiale fu limitato. Il suo sistema politico, autoritario e basato sulla Dottrina Sociale Cattolica, la fece isolare dal resto del mondo, oramai allineato su due visioni (capitalista e socialista), se non geopoliticamente ( i Paesi non allineati meritano senza dubbio considerazione storica), di sicuro dal punto di vista economico. La competizione con USA e URSS era improponibile. Successivamente entrò nell'orbita occidentale. Il resto dei Paesi europei occidentali erano trascurabili, per dimensioni ed economia, mentre quelli orientali, compresi stati di “peso” come Polonia, finirono sotto l'influenza sovietica, che amputò la possibiltà di manovre politiche sovrane.

Questo scenario, decisamente disastroso, condannò l'Europa ad essere terreno di scontro tra le due nuove superpotenze, che organizzarono le proprie sfere d'influenza in due alleanze militari la NATO (1949) e il Patto di Varsavia (1955). L'unico Paese, che successivamente si tirò fuori dal gioco delle alleanze militari, fu la Francia di Charles De Gaulle (1966), pur restando nell'ambito occidentale della scena europea. Ci furono tentativi di ribellione ad Est, nella RDT (1953), in Ungheria (1956) e in Cecoslovacchia (1968) ma furono repressi nel sangue dalla potenza egemone. Il processo d'integrazione in Europa Occidentale, attraverso le comunità europee nate durante gli  anni 50, era figlio del “Piano Marshall”, il programma di “aiuti” fornito dagli USA per la ricostruzione europea, che di fatto fu un mezzo per controllare i Paesi riceventi. Ad Est si rispose con il COMECON (consiglio di muta assistenza economica), ma non fu di certo paragonabile alla CEE (comunità economica europea operante nell'Europa occidentale), anche perché l'Unione Sovietica, pur aiutando nella ricostruzione, si fece risarcire per i danni di guerra, come nel caso della Germania Est, i cui stabilimenti industriali venivano puntigliosamente smontati e trasferiti in territorio sovietico a titolo di riparazione.

La sovranità fortemente limitata per le due parti dell'Europa, durò fino al 1989, quando la Cortina di Ferro cadde e gli stati socialisti orientali implosero. La Germania tornò unita (1990), il Patto di Varsavia fu sciolto assieme al COMECON (1991). In quegli anni (1991) si creò la CSI (Comunità degli Stati Indipendenti), un'associazione tra 11 stati dell'ex URSS (si dissociarono immediatamente le tre repubbliche baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania, già proiettate ad Occidente), con limitati poteri, perlopiù diretti nel coordinamento economico. Sanci' la cessazione come soggetto giuridico in campo internazionale dell'URSS, di fatto è un'associazione commerciale, con prerogative anche nel campo della sicurezza tra i membri, ma nulla a che vedere con l'entità sovietica. Ucraina (2014) e Georgia (2008) non ne fanno piu' parte.

Il 1991 fu un anno denso di avvenimenti, come riportato poc'anzi, ma uno in particolare sconvolse sia l'Europa, sia il mondo, che fu la già citata fine dell'Unione Sovietica. Essa fu la conclusione di due processi iniziati nella metà degli anni Ottanta, la Perestrojka (ristrutturazione) e la Glasnost (trasparenza), il cui promotore fu l'ultimo presidente sovietico Michail Gorbačëv. Di colpo, nel mondo restò un'unica superpotenza, gli USA. Nessun altro stato poteva opporsi alla sua egemonia, che pretestuosamente ha portato a conservare la NATO e addirittura ad allargarla a molti Paesi del defunto Patto di Varsavia, contravvenendo alla promessa fatta allo stesso Gorbačëv che diede l'assenso all'unità della Germania. Nel 1992 la CEE mutò, con il Trattato di Maastricht in Unione Europea, in cui conflui' la nuova Germania unita.  La giovane UE, di fatti solamente un'unione finanziaria, visto che non si creò mai neanche un esercito europeo, fece da spettatrice.

L'Unione Sovietica, pur mantenendo in maniera dispotica la sua egemonia ad Est, svolse una funzione equilibratrice nello scenario europeo e mondiale, sia dal punto di vista geopolitico ma anche economico. Se da una parte c'era il liberismo, l'individualismo (USA), dall'altra si trovava la pianificazione statale ed il collettivismo (URSS), che ebbe un'influenza nei sistemi economici dei Paesi dell'Europa Occidentale. Essi adottarono un sistema per certi versi “misto” (vedasi le social-democrazie scandinave), compresa l'Italia, in cui l'intervento dello Stato in economia era importante, anche se ciò fu ereditato per buona parte dal Fascismo.

La Gran Bretagna degli anni '80, con il governo di Margareth Thatcher, si fece influenzare dalle sirene liberiste, madri delle grandi privatizzazioni. Queste, in concomitanza della caduta dell'URSS presero il sopravvento in varie parti dell'Europa. Il crollo del “socialismo reale” fece passare il messaggio che lo stato deve avere un ruolo leggerissimo in economia. Con il Trattato di Maastricht, si voleva un'unione politica e monetaria, ma s'inaugurò pure la dismissione progressiva degli apparati sociali ed economici statali. Come non ricordare le grandi privatizzazioni in Italia avviate dal 1992? I settori strategici in Europa, nei fatti, cominciarono ad essere affidati ai grandi potentati economici privati, che dovevano “alleggerire” gli stati dal peso dello stato sociale, in modo che rientrassero nei parametri stabiliti nel Trattato, molto severi riguardo la spesa pubblica. La cosa è tutt'ora in corso, ad onor del vero.

Questo processo, sta comportando stravolgimenti sociali, con fenomeni alquanto curiosi. Uno di questi, forse il piu' originale, è quello dell'“Ostalgia”(1), diffuso nella ex Germania dell'Est, i cui abitanti si sentono defraudati della sicurezza sociale che la DDR (Deutsche Demokratische Republik) forniva, oltre che sentirsi preda di un mercato che non ha alcun rispetto per l'uomo. Fenomeni simili esistono in altri stati ex socialisti, come la Romania, dove addirittura c'è chi rimpiange Nicolae Ceaucescu, che di certo non fu portatore di benessere.  In Russia, la grande erede dell'Unione Sovietica, i critici nei confronti della Perestrojka sono sempre piu' numerosi. Anche li' dopo il crollo di essa, il liberismo ha fatto sciacallaggio sulle spalle del popolo, per non parlare dei tentativi di accaparramento dei grandi kombinat statali strategici messi in vendita per via delle privatizzazioni, a prezzi risibili rispetto al loro reale valore di mercato. Un esempio furono gli affari  Yukos (azienda petrolifera) e VSMPO-AVISMA ( la piu' grande azienda produttrice di titanio al mondo) del prestanome dei Rothschild,  Michail Khodordovsky (2). Per la cronaca il piano fu fatto fallire dai “siloviki”(3). A causa di simili eventi Michail Gorbačëv viene considerato alla stregua di un traditore da molti, per aver contribuito in maniera determinante alla caduta del mondo sovietico. Forse allora si stava meglio quando si stava “peggio”.

In politica ovviamente si ebbe il medesimo effetto, molti partiti comunisti cambiarono denominazione (già i prodromi vi furono dal 1989), eloquente è il caso italiano del PCI (Partito Comunista Italiano) che diventò PDS (Partito Democratico della Sinistra), che non fu solo un cambio di nome, ma significò anche l'accettazione piena del capitalismo e dell'orientamento atlantista di gran parte della sinistra italiana.

Doverosa parentesi è quella bellica. E' opportuno rammentare che, non a caso , la guerra tornò in Europa proprio dopo il crollo sovietico. L'Europa vide di nuovo scorrere il sangue nella ex Jugoslavia, smembrata in vari stati a base etnico-religiosa, essendo venuto a mancare il “collante” socialista e l'equilibrio svolto dall'URSS nel mondo slavo. Gli USA hanno sempre contato sulla “balcanizzazione” in Europa, che risultando instabile è piu' facilmente controllabile. La Serbia, fu bombardata dalla NATO nel 1999, perché non volle abbandonare un territorio suo da secoli , il Kosovo. Se ci fosse stata l'Unione Sovietica, difficilmente la NATO avrebbe colpito manu militari uno stato slavo sovrano, con forti legami culturali e storici con i russi, ingerendo nei suoi affari interni. La Russia nel 1999 era troppo debole per opporsi. Tale azione si può considerare un esempio, per fare capire che i padroni senza freni in Europa sono diventati gli USA, attraverso il braccio armato della NATO.

Le attuali ingerenze americane in Ucraina sono la continuazione di quegli effetti che si ebbero con la fine dell'URSS. La nuova Europa post-guerra fredda, libera dal “terrore comunista”, non si è liberata dal “terrore liberista-imperialista” americano, che sta contribuendo a devastare le economie degli stati membri, asservendo i settori strategici delle nazioni a potentati privati di base negli Stati Uniti ed in Inghilterra. Si vuole allargare sempre di piu' quella visione socio-economica. Sono in corso manovre per integrare le economie d'Europa e degli USA. Esse sarebbero il colpo di grazia per un'economia solidale e patriottica.

Il presidente russo Putin, spesso accusato di voler ricostituire l'URSS, è sostenitore dell'idea della catastrofe geopolitica verificatasi con il crollo dell'Unione Sovietica. Il suo operato, sta cercando di colmare quel vuoto che è anche causa di ulteriori mali per l'Europa, senza ripristinare quel sistema economico-politico che fu concausa del crollo.

A sostegno di ciò vi è una celeberrima affermazione pronunciata da Putin stesso:

“Chi non rimpiange l’Urss, non ha cuore. Chi vuole rifarla così com’era, non ha cervello”. Egli tuttavia riconosce la necessità di avere forze equilibratrici di fronte lo strapotere USA in Europa e nel mondo.

L'associazione dei BRICS, di cui la Russia è membro, è stata creata con questo obiettivo, purtroppo non ne fa parte alcuno stato europeo.

Il solo ed unico beneficiario del crollo dell'URSS sono gli Stati Uniti, che hanno trovato campo libero in Europa e nel mondo. Solo adesso, si sta ergendo un ostacolo, proprio l'erede di quell'Unione Sovietica, la Russia. Non a caso si è ritornati al clima della Guerra Fredda.

Note:

1) Ost in tedesco significa Est ed algia è il suffisso di nostalgia, ovvero nostalgia dell'Est.

2) Impreditore di origini ebraiche, in seguito fu fatto arrestare e mandato in Siberia da Putin,  è stato amnistiato nel 2013.

3) I siloviki sono personalità politiche e non che hanno avuto un passato nei servizi di sicurezza e militari sovietici (KGB, Armata Rossa), decisamente ostili alla svendita dei beni nazionali .                                                                                                                      

31 /07/ 2014

martedì 28 ottobre 2014

Il documentario "Sangue e lacrime in Ucraina".

Impressionante video documentario sull'Ucraina, con sottotitoli in inglese. Immagini forti, 18+

Il volo MH 17: contesto geopolitico e precedenti storici



Non è di certo una novità l'abbattimento o l'esplosione di un aereo civile in volo.

Nei casi non chiariti, l'esame del contesto geopolitico può aiutare a fare luce sugli eventuali colpevoli di fatti cosi' tragici, in cui sono morte persone innocenti.

Da giorni, in primo piano nei mezzi di comunicazione, tiene banco l'immane tragedia del volo MH 17 della Malaysia Airlines, diretto da Amsterdam, nei Paesi Bassi, a Kuala Lumpur, in Malesia. L'aereo è precipitato il 17 Luglio 2014 nei pressi di Donetsk, a 50 km dal confine con la Russia. Le indagini sono ancora in corso, le incognite sono molte, quindi non si è trovata ancora la causa del disastro, che è costato 298 vittime. Secondo l'Ucraina e gli USA sarebbero stati i separatisti filorussi con un missile del sistema Buk, di fabbricazione russa, a colpire il velivolo, mentre secondo la Russia potrebbe essere stato addirittura un caccia ucraino, tuttavia ad ogni ora emergono particolari nuovi, quindi si resta nel campo delle ipotesi. Quello che è sicuro è lo scenario geopolitico esplosivo nella regione, dove da mesi si combattono da un lato le truppe governative di Kiev,con un documentato apporto di mercenari e agenti stranieri, dall'altro i russofoni, sostenuti logisticamente dalla Russia. L'Ucraina è un importante territorio strategico,che consente al mondo russo di agganciarsi all'Europa economicamente, essa è crocevia dei rifornimenti energetici russi all'Europa. L'attuale governo ucraino, decisamente filo-occidentale, vorrebbe portare l'Ucraina nella NATO e nella Unione Europea, mentre i russofoni non vogliono integrarsi in tale processo, visti i risultati della UE in altri Paesi, dargli torto risulta alquanto difficile. Non si tratta però di un conflitto tra due parti di un solo Paese, vista l'estrema importanza che riveste in Europa. Vi sono ingerenze esterne che tentano di spostare verso Ovest o verso Est l'ex granaio dell'Unione Sovietica. Si sta mostrando palese l'ingerenza americana, che non ha mai nascosto le sue mire egemoniche in Ucraina. Si può menzionare la “bibbia” di tale strategia egemonica, il libro “La Grande Scacchiera” di Zbigniew Brzezinski, ex membro dell'amministrazione Carter e facente parte del Council of Foreign Relations, organismo privato che guida la politica estera USA. Secondo lo stratega politico, togliendo l'Ucraina dall'influenza russa, si relegherebbe la Russia stessa a potenza quasi esclusivamente asiatica, perdendo l'”euroasiaticità” che la contraddistingue da secoli. La Russia odierna è un spina nel fianco dell'amministrazione americana, ostinatamente ancorata ad una visione unipolare del mondo, di certo, se riuscisse a strappare l'Ucraina alla Russia, segnerebbe un importante punto a suo favore nello scacchiere mondiale. Non è difficile immaginare, visti gli enormi interessi in campo, che si possa ricorrere ad una “guerra sporca” pur di favorire e tutelare i propri interessi strategici, anche se ciò comporta la morte di civili innocenti.

Negli ultimi quattro decenni, anche se non mancano episodi antecedenti, si sono verificati disastri, accidentali o voluti, su cui la geopolitica ha avuto un ruolo determinante, che hanno contribuito ad acuire crisi e tensioni internazionali, tra singoli Paesi o blocchi di alleanze.

La Libia fu protagonista diretta e indiretta in due sciagure dell'aria.
Il 21 Febbraio 1973 un aereo della Libyan Arab Airlines, diretto dal Cairo, in Egitto, a Tripoli, in Libia, fu colpito da caccia israeliani. Si ritrovò sulla penisola del Sinai, a causa di malfunzionamenti delle strumentazione di bordo ed alle avverse condizioni meteorologiche. Il Sinai fu occupato da Israele dopo la vittoriosa “guerra dei sei giorni”, i cui rapporti con la Libia erano tesissimi, a causa del conflitto arabo-israeliano, che di li' a breve sarebbe culminato nella guerra dello “Yom Kippur”. L'aereo intercettato dall'aviazione israeliana, tentò di evitare l'imposizione all'atterraggio in territorio ostile, ma ciò costò l'abbattimento da parte dei caccia con la stella di David. I morti furono 108.
La Libia, assieme all'Italia, si ritrovò immischiata in un secondo disastro, il 27 Giugno 1980, nella famigerata strage di Ustica, di cui fino ad oggi non si è riusciti a trovare la verità definitiva. Bomba a bordo? O un missile sparato da un caccia francese diretto a colpire il presunto aereo di Muhammar Gheddafi, che doveva transitare dalle parti di Ustica? Ipotesi che non sono mai state confermate definitivamente. Sulla seconda vi sono indizi evidenti circa una battaglia aerea nei cieli del Tirreno di 34 anni fa, cosa anche affermata dal defunto presidente italiano Francesco Cossiga. Quel che è certo, è il contesto geopolitico torbido e turbolento di quegli anni, in cui la Libia voleva essere protagonista in un continente africano da sempre preda di interessi occidentali. 
In quel caso sembrano fossero ostacolati quelli francesi, ipotesi che rafforzerebbe la tesi del missile del caccia transalpino per colpire il Rais di Tripoli, che verosimilmente transitò nel Tirreno in aereo in quel giorno nefasto.  A rafforzare la tesi della battaglia aerea fu il ritrovamento di un MIG 23 libico precipitato in Calabria, nell'estate di quell'anno. L'Italia in quel contesto ebbe un ruolo,visto che collaborò attivamente con i libici sia militarmente che economicamente. I francesi nel 2011, seppur con 31 anni di ritardo, si sono tolti il sassolino Gheddafi dalla scarpa. Il clima politico internazionale di quegli anni è in ogni caso responsabile di ciò che avvenne, viste tutte le vicende giudiziarie, compresi depistaggi e morti sospette di persone informate sui fatti. I morti furono 81, che attendono ancora giustizia.

Successivo a quell'evento, fu l'abbattimento accaduto il primo Settembre 1983, stavolta senza dubbi, di un Boeing 747 sudcoreano della Korean Air Lines , diretto da Anchorage, in Alaska, a Seul, in Corea del Sud, da parte di un caccia sovietico. L'aereo andò fuori rotta e violò lo spazio aereo sovietico sulla Kamchatka, penisola nell'estremo oriente russo, per via di un errore d'impostazione dell'autopilota, commesso dai piloti stessi. Il velivolo fu abbattuto da un caccia sovietico nei pressi dell'isola di Sakhalin, vicino il nord del Giappone. A quei tempi la tensione tra USA e URSS era altissima, forse all'apice, sia a causa della politica di Reagan, sia a causa dell'invasione sovietica dell'Afghanistan. Reagan cercò di sfiancare l'Unione Sovietica con una corsa al riarmo insostenibile per il sistema economico di quest'ultima. Essa si senti' minacciata e si trovò in quegli anni impegnata in un dispendioso conflitto in Afghanistan,volto ad arginare il tentativo americano di accerchiamento, per mezzo di stati ostili, dell'URSS. Quest'ultima quindi optò per l'azione militare per rompere tale offensiva. Il volo fuori rotta, in un contesto cosi' teso, fu interpretato dalle autorità sovietiche come una possibile azione di spionaggio occidentale, visto che nonostante le prove fornite dagli USA, non si è mai dimostrato che i sovietici fossero sicuri di trovarsi di fronte un volo con finalità civili. Anche qui, il colpevole fu la tensione tra due Paesi, a pagare purtroppo furono ancora una volta dei civili, in questo caso con 269 vittime.

Nel 1988, precisamente il 3 Luglio fu la volta dell'Iran, all'epoca ancora in guerra con l'Iraq di Saddam Hussein. Il volo Iran Air 655, diretto da Bandar Abbass, in Iran, a Dubai, negli Emirati Arabi, fu colpito da un missile partito dall'incrociatore USA Vincennes, che ufficialmente avrebbe scambiato l'Airbus A-300 iraniano per un F-14 da guerra iraniano. Il tutto successe perché un elicottero americano fu colpito da proiettili provenienti da naviglio militare iraniano. Fu un incidente di guerra. Bisogna sottolineare che il clima politico era immerso nella già citata guerra Iraq-Iran. Gli Stati Uniti pattugliavano il golfo Persico per proteggere le petroliere e i mercantili che vi transitavano, spesso obiettivi di attacchi da parte dei due Paesi belligeranti. Gli americani all'epoca non erano in guerra contro l'Iran, nonostante la rivoluzione di Khomeini del 1979, ufficialmente era considerato stato ostile, ma sottobanco armavano gli iraniani, su ciò scoppiò pure lo scandalo Iran-Contras, in quanto si scopri' successivamente che la vendita delle armi ai seguaci degli ayatollah serviva a finanziare i Contras, guerriglieri anticomunisti in lotta contro i Sandinisti in Nicaragua. Lo scenario decisamente ambiguo si rivelò pure con l'assistenza da parte degli USA all'Iraq, compresa la vendita di armi. In parole povere gli Stati Uniti, lucravano molto facendo affari con i due contendenti, cosa che fecero anche altri Paesi, come l'Unione Sovietica. Oltre che per danaro, fu evidente l'intenzione di far esaurire le parti in causa, ritenute scomode sia ad Ovest che ad Est della “Cortina di ferro”. Il pattugliamento non fu di certo solo a scopo precauzionale. Il numero di vittime fu di 290, gli USA non ammisero mai l'errore, né si scusarono, nonostante risarcirono l'Iran.

La storia, purtroppo, ci ha mostrato dei precedenti terribili.
Dove vi sono interessi cosi' alti, le probabilità di simili ed oscure tragedie diventano molto maggiori. Nella geopolitica tutto è calcolo, non c'è posto per le emozioni né per i sentimentalismi dell'uomo comune. I morti potrebbero anche essere cinicamente utili sul tavolo del compromesso, financo per allargare la propria sfera d'influenza.

Oltre alla fatalità, all'errore, potrebbero celarsi logiche politiche difficilmente comprensibili ai più. 

22/ 07/ 2014 

La Russia odierna: necessario riferimento per l'Italia e l'Europa



La Russia, terra di congiunzione tra l'Europa e l'Asia, ricchissima di risorse naturali e umane, rappresenta una parte del mondo che non si può escludere e isolare dal panorama europeo, anche se essa presenta intrinsecamente delle peculiarità diverse da quelle europee in senso stretto, che si possono quindi definire legittimamente “euroasiatiche”. Essa è sia Asia che Europa, è il ponte di collegamento, che inevitabilmente influisce su questi due continenti.

L'influenza russa sulla storia del vecchio continente è stata preponderante nell’ultimo secolo. Sono passati oltre 20 anni da quando cadde il Muro di Berlino e crollò l'Unione Sovietica, che rappresentò, con la sua politica, la volontà divisoria in Europa. Dopo l’implosione di essa, si ipotizzò la nascita di una Unione Europea allargata forte, libera e soprattutto sovrana, ma questo invece si rivelò fin da subito un'illusione, visto che la NATO restò in piedi sebbene ci fu dissoluzione del Patto di Varsavia, mentre il Trattato di Maastricht portò all'inizio della tirannia burocratica e finanziaria, con parametri pesantissimi. Bettino Craxi, che fu Primo Ministro italiano, non per nulla disse che bisognava rinegoziarlo, altrimenti sarebbe stato un inferno, mai parole furono più profetiche. La Russia post-sovietica, che fu inserita nella CSI, la comunità degli stati indipendenti dell’ex URSS, non poté integrarsi nell’Europa unita, per motivi geopolitici, essendo la comunità europea una stampella degli USA, inoltre fu fiaccata dal traumatico capitalismo selvaggio e dalla corruzione, non poté sicuramente influire positivamente all'esterno. 

Oggi, nel 2014, le cose in Russia risultano alquanto diverse. Da essa può venire il sostegno diretto e indiretto all'Occidente, sotto il profilo economico, culturale, sociale e religioso. L'ambito etico e religioso è fondamentale, dalla mancanza di valori retti e condivisi nascono mali che si ripercuotono in tutti i settori, perché la vera malattia dell'Europa, a cui è stata estirpata la sua identità, è il relativismo. La Russia, nonostante 70 anni di “socialismo reale”, risulta molto meno secolarizzata. Il sistema socialista ha in parte protetto il popolo russo dagli innumerevoli veleni moderni, a cominciare dalla rivoluzione sessuale del '68 e a finire al multiculturalismo, che è ben diverso dal concetto multiculturale presente da sempre in Russia, in cui esistono centinaia di etnie. Esso ha mantenuto un ordine con dei principi funzionali per quest'ultimo, in Unione Sovietica nessuno ha messo in discussione la struttura della famiglia né sono stati accolti immigrati in massa al suo interno, problema gravissimo per l’Europa e l’Italia,  inoltre non è stato concesso spazio alla pornografia. Simili cose sarebbero state inaccettabili, in quanto minano la base stessa della società, portando destabilizzazione. La dottrina sovietica, malgrado tutti i suoi difetti, ha impedito l'annacquamento dell'identità dei russi e non ha compromesso irreparabilmente il diritto naturale. Eloquente, ad esempio, è la reazione del popolo russo e del suo governo nei confronti dell'ideologia del gender, la cui propaganda contraria al diritto naturale è vietata. Per questo motivo molti europei tradizionali guardano con speranza alla Russia, prendendo spunto per combattere e resistere in casa propria all'ideologia gay imposta per legge, alla cancellazione della tradizione e della famiglia naturale. Ai nostri giorni persino un comunista, il capo del partito comunista russo (KPRF) Gennadij Zjuganov ha percepito certe cose, schierandosi a difesa della tradizione e della religione ortodossa. Non si è mai sentito un comunista occidentale pronunciare certe frasi a difesa della fede e della tradizione, in Occidente è anche impensabile il minimo ostacolo all'aborto, come il divieto di pubblicizzazione di esso in vigore in Russia, cui fa seguito pure l’apertura di centri di sostegno alle donne incinte negli ospedali. Le nascite in Russia stanno riprendendo a buon ritmo, segnale della buona politica per combattere la crisi demografica. In tutto questo possiamo inserire la testimonianza di Romano Scalfi, fondatore del Centro Studi Russia Cristiana, che lavora per far conoscere la tradizione letteraria, artistica e religiosa russa e invita alla riconciliazione tra Cattolici e Ortodossi. Il suo pensiero: 

”La Russia può aiutare l'Europa a venire fuori da questo spaventoso relativismo”.

 Non si può non essere d’accordo.

 Dal punto di vista economico, l'Europa non può fare di certo a meno degli scambi con la Russia. Il gas russo copre la maggior parte del fabbisogno energetico e rappresenta un vastissimo mercato per i manufatti europei. Alla costruzione dei gasdotti partecipano grosse aziende europee, l'italiana ENI, le tedesche BASF e EON. Il Blue Stream, il North Stream e il South Stream (ostacolato dagli USA) sono alcuni di essi. La crisi ucraina sta mettendo in pericolo sia la fornitura sia la collaborazione nel settore e l'Europa è quella che ci perderebbe di più. La Russia si è già cautelata firmando un accordo per la fornitura a lungo termine di gas alla Cina. In altri campi si può citare la tedesca Siemens che ha lavorato per l'ammodernamento delle ferrovie russe. A Mosca si è in continuo fermento e alla ricerca di nuove collaborazioni, non potendo di certo attendere un'Europa al guinzaglio degli USA. Lo scorso Maggio è stato siglato l'accordo per la nascita dell'Unione Euroasiatica i cui membri sono Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan, organizzazione in certe cose simile all'Unione Europea. La Russia sta dando notevole spinta ai BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), che rappresenta l'unione delle potenze emergenti, che appare oramai sempre più come l'antagonista dell'egemonia americana, la quale si smarca dalle logiche finanziarie mondialiste apolidi che puntano ad un mondo unipolare sotto la guida USA. In tutto questo risulta estremamente interessante l'intenzione russa di abbandonare il Dollaro come valuta per le transazioni internazionali, in accordo con la Cina. Una palese politica a tutela degli interessi nazionali. L'Unione Europea, per come è strutturata adesso, non tutela gli interessi nazionali dei membri e sta imponendo un'austerità che sta soffocando le economie di molti Paesi membri, indebitati peraltro a livelli preoccupanti. Restando sull'argomento del debito, è notizia di pochi giorni fa della cancellazione del 90% del debito di Cuba contratto ai tempi dell'URSS, decisione presa dal parlamento di Mosca.

Questi sono tutti segnali, che l'Europa dovrebbe recepire per uscire dalla crisi economica e sociale, inoltre essa dovrebbe ridefinire la NATO, alleanza retta dalla logica da Guerra Fredda, decisamente immotivata se non per mantenere l'egemonia americana. Il nuovo corso politico del presidente Vladimir Putin fa ben sperare, per la salvaguardia degli interessi nazionali, della tradizione cristiana e della famiglia naturale, contro un mondialismo che sta distruggendo i popoli moralmente ed economicamente. Sarebbe auspicabile che l'Unione Europea abbandoni la politica sanzionatoria nei confronti della Russia, dettata da ingerenze esterne, in modo che si possa integrare con essa, realizzando il progetto dell'Europa da Lisbona a Vladivostok, come affermato più volte dallo stesso Putin. L'Italia ha da qualche giorno assunto la Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea, si spera che questo porti ad un avvicinamento dell'Europa alla Russia, desiderio espresso anche da Putin. 

Il Presidente russo è il  protagonista del libro “Stare con Putin?” di Maurizio Blondet, edito da Effedieffe, che una volta letto ha trasformato quel quesito in affermazione. Si, stare con Putin, ma soprattutto stare con la Russia. Oggi essa rappresenta il baluardo a cui tenersi per non finire alla deriva con un Occidente allo sbando, in crisi economica e morale profonda.

La Russia deve essere riferimento in quanto alleata funzionale e naturale dell'Italia e dell'Europa, per questo si può dire adesso: 

Cпасибо, Россия!

Grazie, Russia, per quello che rappresenti oggi!

07 / 07 / 2014